La Glutammina
La glutammina è uno degli integratori più in voga nel mondo del Bodybuilding, ma anche nel calcio a 5. All’origine di questa tendenza ci sarebbero i presunti benefici di un’assunzione di dosi abbastanza alte (si parla di diversi grammi al giorno, a seconda del tipo di assunzione).
La glutammina è uno degli aminoacidi più importanti, e lo dimostra il fatto che sia il più abbondante, in termini di quantità, nella circolazione sanguigna.
Tuttavia, in particolari situazioni di stress o di aumentato fabbisogno c’è bisogno di una supplementazione esterna. In questi casi, infatti, la velocità di produzione non ne garantisce quantità sufficienti. Fatta eccezione per questi casi particolari, generalmente è difficile che si verifichi una vera e propria carenza di taurina.
Usi in medicina
L’integrazione di glutammina è utilizzata in ambito medico, in diverse situazioni, tra cui citiamo ad esempio i problemi intestinali di tipo infiammatorio, la guarigione dalle ferite, in alcuni protocolli di cura dell’HIV, in pazienti in cura in chemioterapia, come coadiuvante nella cura di alcuni tipi di depressione, e in soggetti sportivi (specialmente body-builder).
La glutammina si trova abbondantemente nelle fonti proteiche più importanti, come il latte, la carne di maiale, pollo o manzo, i formaggi, gli spinaci (non cotti) e altre ancora. La dieta fornisce delle quantità di glutamina tali da renderne quasi sempre inutile l’integrazione.
Tuttavia, soprattutto tra i body-builder, la glutammina è uno degli aminoacidi più consumati. Essa, infatti, agisce in prima linea sulla sensazione di fatica.
Le quantità consumate dai body-builder sono tuttavia molto più consistenti, e possono arrivare a quantità che superano i 10 grammi al giorno. A questi dosaggi si possono verificare alcuni effetti collaterali, come sensazione di ansia, insonnia e problemi di gastrointestinali. In letteratura sono stati anche riportati casi di peggioramento del disturbo bipolare, o di sindromi da ipereccitabilità neuromuscolare.
Il consiglio, riguardo all’integrazione, è sempre il medesimo: farsi consigliare da un buon nutrizionista per verificare possibili carenze o necessità. In caso di assunzione, cercare di verificare personalmente eventuali effetti positivi della sostanza sul proprio corpo, ragionando però su metriche oggettive, e non su semplici sensazioni, che potrebbero essere condizionate dall’effetto placebo.